Come ogni anno ognuno di noi ha tirato i bilanci di quello trascorso e gettato i propositi per quello nuovo: cosa ci sia di diverso rispetto a qualche settimana fa proprio non riesco a capirlo, però tutti (o molti) si affannano o a cancellare il recente passato (se brutto) oppure ad esaltarsi se é andato tutto bene in incontri vari e riunioni di ogni tipo.
Decina di colleghi e teams impegnati a generare obiettivi nuovi, sfide motivanti, target da raggiungere e programmano una continuità di azioni in sequenza tale che permetta poi il creare maggiori occasioni di lavoro.
Fantastico, vero? Un po’ per le feste appena passate, un po’ perché è bello credere ai sogni, un po’ perché sperare è comunque lecito, tutti giù a credere che l’anno venturo sarà certamente migliore.
Lo credo anch’io ma com’è possibile che l’anno prossimo sia diverso da questo per te che continuerai fare le stesse cose nello stesso modo? Aspetti un mercato “miracolato “ o “fluente” o cosa?
Pochi si fermano e si dicono: “devo imparare a fare meglio questo” o “devo diventare più bravo in quest'altro” e, purtroppo, gli obiettivi reali sul proprio miglioramento professionale sono inesistenti, al massimo sono un work in progress abbastanza sterile vista anche la lentezza della categoria a muoversi verso orizzonti più convenienti e corporativi.
Avendo vissuto in prima persona l’esperienza di REtica (6000km a piedi ed in bicicletta in tutta Italia) confrontandomi con decine e decine di colleghi, mi sento di affermare che questa “vita nuova” è ancora latente e sotterranea ma sempre più auspicata e rincorsa e visto che qualcosa bisogna però pur cambiare per ottenere risultati diversi tra i buoni auspici non può mancare l’istruzione specifica. Ecco allora che vorrei fare un augurio a tutti gli operatori di scuole di formazione aziendali che si preoccupano davvero di creare indotto ai propri affiliati, associati, dipendenti o collaboratori nell'intima convinzione che diventare più bravi sia la vera base per tutti i propri risultati.
Nonostante il qualunquismo imperante nei due settori di mia competenza (immobiliare e formazione) resto fiducioso nel futuro degli Agenti immobiliari veri, perché davvero segnali di vita nuova appaiono all’orizzonte in tanti contesti, in tante agenzie di ogni tipo e marchio, in tanti colleghi ed in tanti eventi.
Come affermava qualche tempo fà il CEO di Coldwell Banker, Budge Huskey, "Real Estate is back" l'immobiliare é tornato, forse adesso anche in Italia, perché finalmente si inizia a dare ampio credito alle competenze ed alla capacità di applicarle più che alle economie di mercato.
Ad esempio chi promuove servizi per agenzie immobiliari, chiede un giusto compenso per qualcosa che ottimizza davvero i tuoi sforzi e questo lo vedo ogni giorno nel mio brand e nelle soluzioni legate alla strettissima operatività quotidiana, da parte di fornitori illuminati che, per scelta commerciale, forniscono soluzioni per problematiche vissute nel rapporto con il cliente finale, acquirente o venditore. Un esempio non esaustivo su tutti puó essere la piattaforma realisti.co che ci aiuta ad aumentare la percezione di servizio offerto ad entrambe le parti.
Ma le migliori soluzioni nulla potranno su un agente che non sa fare l’agente: che tu ti ponga come il buon vecchio mediatore o il più moderno dei monomandatari a titolo oneroso, poco importa. Domandati quanto pagheresti per averti vicino in una transazione immobiliare (sei decisivo o no?) e ti renderai conto di quanto sei/non sei adeguato al tuo ruolo.
Ecco allora che il 2017 sarà ancora di più l’anno dell'agente MODERNO quello bravo soprattutto a negoziare, capace di valutare, capace di vendere, web oriented ma con capacità di giudizio, profondamente wireless e “social” non per moda o scelta obbligata ma per cultura.
Anno nuovo, vita nuova perchè è già vecchio quello che molti reputano attuale ma, perdonatemi, insisto sul fatto che oggi servono “nativi immobiliari”, gente del mestiere che sa evolversi e non giovani neofiti digitalizzati che giocano a fare gli agenti immobiliari.
Vero o no che la piazza dove si discute e ci si incontra è indiscutibilmente sul web?
Per questo i “nativi immobiliari” (quelli cresciuti con le telefonate a freddo) stanno già capitalizzando la loro esperienza sui social, nelle discussioni, nei rapporti con i clienti, nelle battaglie e campagne create per aumentare la percezione del “sono necessario” nel cliente finale.
Anno nuovo, vita nuova anche nei confronti con i colleghi, in totale deregulation oraria, magari di notte, tra gente della stessa razza, cosa forse impossibile tempo fa. Che poi qualcuno sia un precursore (Suais?) ed altri facciano copia ed incolla come i giapponesi anni 70, poco importa: oltre le bandiere e al di là delle singole convenienze sembra esserci davvero un modo diverso di vivere questa professione, certamente più adeguato al mercato e meno imposto dalle abitudini. Non so se è la fine del tunnel ma la luce sta variando.
C’è vita nuova perchè ci sono ancora mercati sottovalutati, ci sono nuove tecniche di acquisizione e nuove strategie di marketing, ci sono nuovi player sul mercato dell’intermediazione, ci sono nuovi dogmi operativi (Non li conosci? Male…), ci sono nuove occasioni di miglioramento produttivo e professionale. Ci sono anche certezze (poche) e la più importante di queste è che chi vuole davvero migliorarsi, una strada per farlo la trova sempre.
Se il 1 febbraio farai o ti faranno fare le stesse cose del 31 dicembre, fatti una domanda: ma come l’hai iniziato questo nuovo anno?
In bocca al lupo a tutti quelli che credono davvero di essere in grado di poter cambiare il mondo intorno a sè che, se ci pensi, porta via al massimo un'ora ogni giorno...
Buone vendite tutti
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